“Ascoltiamo le parole di monsignor Battaglia”
I problemi delle famiglie, dei lavoratori delle aree di crisi e di chi vive senza reddito siano al centro dell’agenda politica.
“Le parole utilizzate da monsignor Battaglia nella lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi ed al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno la stessa forza di uno schiaffo che ci richiama alla realtà. Quella di Sua Eccellenza è una presa di posizione urgente e necessaria, che nasce dal grido di dolore di tante famiglie che oggi non chiedono altro che attenzione verso la loro condizione. Lavoratori che si sentono ormai abbandonati dalla politica e dai loro rappresentanti”.
Questo è il commento di Caterina Meccariello, segretario del Partito della Nona Porta, alla lettera che monsignor Battaglia ha scritto al governo per chiedere la proroga degli ammortizzatori sociale per i lavoratori dell’Area di crisi di Airola.
“Sua Eccellenza – spiega la Meccariello – parla di un rischio di scollamento sociale, e ancora, di palese ingiustizia e di situazione paradossale. Come dargli torto?”
“Ma la condizione in cui vivono le famiglie dei lavoratori dell’Area di Crisi – conclude la segretaria del nuovo partito – è purtroppo lo specchio del disagio che vivono tante famiglie in Valle Caudina e nel Sannio. Dovremmo tutti tenere a cuore questa problematica, ciascuno per le proprie competenze, e più di ogni altro chi fa politica ed ha ruoli di responsabilità.
L’auspicio è che il governo tenga in conto la lettera del vescovo. Un attimo dopo, però, sarà importante mettere questa tematica al centro dell’agenda politica. Il problema è sciogliere il groviglio politico, amministrativo, burocratico ed economico rappresentato dai lavoratori delle aree di crisi. E non si tralasci il problema delle tante famiglie che vivono senza un reddito. La soluzione per il Partito della Nona Porta è garantire reddito a chi non ne ha. Si lavori, questo proponiamo, all’ipotesi di un Contributo dello Stato per disoccupati, casalinghe e senza lavoro di 250 euro pro capite al mese, da innalzare a 500 per chi vive da solo”.